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In questo territorio collinare la viticoltura risale ai tempi degli Etruschi, che tra l’800 e il 500 avanti Cristo dominavano questo tratto di Toscana dediti soprattutto all’estrazione mineraria, come testimoniano numerosi reperti archeologici rinvenuti nella proprietà, ma è al Medioevo che ci riportano le rovine del castello di Doglia, detto del Terriccio. Strategicamente posizionato in cima alle colline, esso aveva funzione di torre di segnalazione e protezione per gli abitanti delle pianure che all’avvistamento delle vele saracene vi accorrevano per trovarvi rifugio. Castello del Terriccio ha dunque una storia millenaria. Tra il Duecento e il Trecento, il vescovo di Pisa, nipote di papa Bonifacio VIII, in nome della Chiesa Romana concesse in enfiteusi la Tenuta ai conti Gaetani. Alla fine del Settecento, rimasto senza eredi quel ramo della famiglia Gaetani, il Terriccio fu acquistato dai principi Poniatowski, emigrati dalla Polonia, ai quali la proprietà appartenne fino alla prima guerra mondiale. I Poniatowski trasformarono la realtà fortificata del castello in un’attività agricola: di qui la costruzione della fattoria per organizzare la produzione di grano, olive e uva, classiche colture della zona, la realizzazione della cantina aziendale e degli altri fabbricati e casali. La moderna storia del Terriccio ha inizio nel primo dopoguerra, quando la Tenuta viene acquisita dai conti Serafini Ferri, famiglia d’appartenenza dell’attuale proprietario. Con gli importanti interventi di miglioramento fondiario realizzati negli anni venti, i Serafini Ferri portarono l'azienda ad una fisionomia molto vicina a quella attuale. Fino agli anni settanta la Tenuta era ancora conosciuta prevalentemente per l'attività cerealicola, al punto da conquistare il record europeo di produzione del granturco in secondo raccolto. Questa specializzazione è rimasta ancora oggi - con una attenzione particolare per la coltivazione biologica di farro, frumento, foraggio e ulivi - ma nel tempo è stata superata in notorietà ed importanza dalla coltivazione di vigneti destinati alla produzione di vini pregiati: dai 25 ettari vitati nel 1980 si è passati infatti agli attuali 60.

Castello del Terriccio

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